Una experience
davvero effervescente!
Il 15 e 16 ottobre si è svolta la sesta edizione di “Modena Champagne Experience” organizzata da Società Excellence, il più grande evento italiano ed europeo per quantità e qualità di aziende espositrici appartenenti alla regione dove si producono le bollicine più famose al mondo, la Champagne: l’evento era dedicato in primis agli operatori del settore, ma aperto anche ai wine lovers con più di 6.000 le presenze registrate nel padiglione della fiera durante la due giorni, di cui il 78% visitatori professionali.
Non a caso l’Italia è il quarto importatore al mondo per valore di Champagne dietro solo a USA, Regno Unito e Giappone, con quasi 11 milioni di bottiglie raggiunte nel 2022 di cui il 20% nel segmento più alto della piramide qualitativa, le Cuvée Prestige ed i Millesimati.
Ben 176 i tavoli di assaggio, corrispondenti a 176 produttori, tra Maison e Vigneron con più di 900 etichette in degustazione: la difficoltà prettamente economica di creare la filiera produzione/vendita è alla base delle fortune delle più note case produttrici di Champagne (Maison), tecnicamente Négociant-Manipulant (NM), che acquistano le uve, i mosti o i vini dai vari viticoltori della regione per poi assemblarli e commercializzarli con le proprie etichette, diversamente dai Récoltant-Manipulant (RM), cioè i viticoltori che coltivano le proprie vigne, le vendemmiano e producono
il proprio Champagne riuscendo anche a commercializzarlo, garantendo così in generale una qualità molto elevata (“gage de qualité”).
I marchi più universalmente noti (Moet & Chandon, Dom Perignon, Krug, Veuve Cliquot, ecc.) vendono i 2/3 dell’intera produzione di vino della Champagne ed assicurano il 90% delle esportazioni internazionali pur possedendo appena il 10% dei vigneti della regione.
Nel padiglione i produttori erano raggruppati in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne, Vallée de la Marne, Montagne de Reims, Côte des Blancs e Côte des Bar; nell’area centrale del padiglione erano poi riunite le Maison più importanti che, prescindendo dalla loro collocazione geografica e dalla dimensione, rivestono un ruolo essenziale, anche dal punto di vista storico, nell’universo dello champagne.
La Vallée de la Marne, geologicamente la parte più giovane della regione della Champagne, è un’area molto ampia che segue il corso della Marna, dove il Pinot Meunier è il vitigno più coltivato che meglio si adatta alle condizioni del clima più fresco. Dei vini di questa parte della Champagne mi ha particolarmente intrigato l’Extra Brut (2 g/l) Blanc de Noirs “Rosé de Saignée” 2015 di H. Blin. selezione parcellare di Pinot Meunier, ottima sintesi tra fruttuosità (note di frutti rossi e neri) al naso e raffinata complessità in bocca.
Nel territorio della Montagne de Reims il protagonista indiscusso è il Pinot Nero, in grado di esprimersi in declinazioni che vanno dalla grande potenza alla finezza più assoluta: è qui che troviamo la maggior parte dei comuni classificati Grand Cru e, tra i tanti assaggi, segnalo lo straordinario Extra Brut (2 g/l) Cuvée Anniversaire 120 Ans della Maison Gardet, assemblaggio delle migliori 12 annate (1943, 1947, 1959, 1988, 1995, 1996, 1997, 1998, 2000, 2001, 2002, 2011, di cui il 15% composto di millesimi più vecchi) di Pinot Noir 70% e Chardonnay 30% con affinamento da 84 a 108 mesi sui lieviti, dall’ampio profilo olfattivo su cui svettano gli agrumi canditi e una verve quasi inaspettata in bocca che rivela una freschezza tutt’altro che in esaurimento.
famosa parcella omonima del singolo vigneto cinto da mura nel villaggio di Oger: la vinificazione per la maggior parte in botti di rovere che apporta aromi sottili e delicati e l’invecchiamento su doghe per un minimo di 10 anni lo rendono uno Champagne estremamente fine ed elegante, dalle note di fiori bianchi e agrumi e una corposa rotondità all’assaggio.
Tra i molteplici assaggi delle grandi Maison, menzione speciale per l’Alain Thiénot 2008 dell’omonima Maison, (60% Chardonnay 40% Pinot Noir, 6 g/l), il Grands Terroirs 2015 di Champagne Palmer & Co (50% Chardonnay, 38% Pinot Noir, 12% Pinot Meunier, 7 g/l) e ben 3 etichette di Taittinger, tutte con dosaggio 6 g/l, il Folies de la Marquetterie S.A. (55% PN, 45% Ch), il Prélude S.A. (50% PN e 50% Ch) ed il quasi introvabile Comtes de Champagne Grands Crus Blanc de Blancs 2011, 120 mesi sui lieviti, sicuramente l'espressione più compiuta dello stile della Maison di Taittinger
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