Nelle giornate del 29 e 30 gennaio si è svolto a Torino l’evento “Grandi Langhe 2024”, organizzato per l’ottava volta dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio del Roero per presentare ai circa 5.000 partecipanti le nuove annate dei più prestigiosi vini delle Langhe e del Roero: nel dettaglio non solo le etichette appena messe in commercio delle DOCG di Barolo (2020), Barbaresco (2021) e Roero (2021), ma anche gli altri vini DOC del territorio per rappresentare al meglio l’intera regione vitivinicola piemontese.
Novità di quest’anno, un grande banco d’assaggio del Consorzio Alta Langa, le bollicine esclusivamente metodo classico millesimato con invecchiamento almeno di 30 mesi, ottenute da Pinot nero e Chardonnay in purezza o in blend da vigneti collinari minimo di 250 mt del basso Piemonte, alla destra del fiume Tanaro in 149 comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.
Il tutto ospitato nel complesso industriale denominato OGR (Officine Grandi Riparazioni, dove fino ai primi anni ’90 veniva fatta manutenzione di locomotive e vagoni ferroviari) a Torino, dopo che le prime 5 edizioni si erano svolte nel Palazzo Mostre e Congressi di Alba, capitale piemontese del vino e del tartufo bianco: adesso, negli ampi spazi ristrutturati ed inaugurati a fine 2017, le OGR ospitano mostre ed eventi culturali di vario tipo.
Dalla vendemmia del 2010 in Piemonte è stato introdotto il sistema delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) per il Barolo (ben 181!), mentre per il Barbaresco ne erano già state censite 66 nel 2007, previste dai disciplinari delle anzidette denominazioni per indicare zone più ristrette all’interno delle stesse, in pratica “sottozone” o “cru” con caratteristiche differenti dall’area complessiva che possono essere inserite in etichetta, da non confondersi con l’utilizzo della menzione “Vigna” (un “cru” ancora più ristretto) seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, che deve sottostare a regole ancora più rigide; tuttavia questa suddivisione, a differenza del concetto francese di “cru”, non arriva a definire direttamente anche la qualità, ma solo la provenienza.
Pur avendo a disposizione due giorni, visti i 300 espositori con più di 1.500 bottiglie sui banchi d’assaggio, mi è stato possibile focalizzare l’attenzione solo su alcune delle gemme enologiche piemontesi, il Barolo, già definito “Il Re dei vini, il vino dei Re” in epoca rinascimentale da quando Re Carlo Alberto, grande appassionato di questo vino, se ne fece ambasciatore di Casa Savoia presso tutte le corti europee ed il Barbaresco, entrambi prodotti con il 100% del vitigno Nebbiolo.
Il Barolo (doc dal 1966, DOCG dal 1980) deve invecchiare almeno 3 anni dopo i 2 mesi successivi alla vendemmia (di cui uno e mezzo in legno di rovere) e solo dopo cinque può fregiarsi del titolo “Riserva”, con caratteristiche di colore granato pieno e intenso, un profumo al contempo fruttato e speziato dato che sia al naso che in bocca ricorda i piccoli frutti rossi, le ciliegie sotto spirito e la confettura, ma regala anche suggestioni di rosa e viola appassita, cannella e pepe, noce moscata, vaniglia e dopo anni di affinamento anche liquirizia, cacao, tabacco e cuoio.
Le etichette presentate dell’annata 2020, classificata come “equilibrata”, erano imbottigliate da pochissimo tempo, pertanto non ancora del tutto pronte per essere bevute con gusto, dato che il Barolo ha bisogno di molti anni in bottiglia per esprimersi al meglio, arrivando al culmine dopo 10/15 anni pur restando ottimo anche dopo 20 o più: nonostante questo, alcune sono spiccate per un buon equilibrio già presente tra tannini ed eleganza di beva, tra i migliori il Barolo Badarina di Bruna Grimaldi, il Barolo Aeroplanservaj di Domenico Clerico, il Barolo Prapò di Ettore Germano ed il Barolo Villero di Giacomo Fenocchio.
Alcuni produttori avevano poi sul banco anche bottiglie con diversi anni di affinamento, notevoli il Barolo Scarrone 2011 di Bava, il Barolo Badarina Riserva 2016 di Bersano ed il Barolo Gabutti 2011 di Sordo.
In conclusione, una manifestazione a cui merita sempre partecipare.
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