Appuntamento ormai calendarizzato in agenda quello dell’intera giornata del primo sabato di dicembre che chiude la serie di eventi di rilievo di ogni anno, “Calici sotto l’albero”, giunto alla XII edizione ed organizzato dall’Associazione Culturale Enogastronomica senza scopo di lucro “Sauro & Gianni Sommeliers” (http://www.sommeliersauroegianni.com), con sede operativa a Villa Adami a Scarperia e San Piero (FI) che, oltre a questo evento clou dell’anno, organizza degustazioni guidate di vini, pranzi e cene con abbinamento di vini nella zona tra Firenze e Barberino, gite in aziende vinicole di uno-due giorni e corsi di avvicinamento al vino.
L’evento, svoltosi come di consueto negli ampi saloni dell’Hotel Albani in via Fiume a due passi dalla Stazione SMN di Firenze, ha ormai una formula di successo che non cambia nel tempo: oltre 50 banchi di assaggio con più di 200 vini in degustazione, con la presenza dei produttori da tutta Italia, vero valore aggiunto per una manifestazione come questa, con i quali è possibile confrontarsi e farsi raccontare le loro storie; ciliegina sulla torta, vi è pure la possibilità di acquistare direttamente i vini in degustazione.
Tra le varie novità di quest’anno mi piace segnalare il Tittìa delle Tenute Pedra Niedda da uve Semidano in purezza (dal 1995 Doc Sardegna Semidano), un antico vitigno a bacca bianca autoctono sardo un tempo molto diffuso ma poi decimato dalla fillossera ed oggi coltivato prevalentemente nella zona del Campidano vicino ad Oristano: vino elegante di grande finezza, di un bel paglierino dorato, all’olfatto si evidenziano inizialmente profumi floreali e fruttati di pesca e albicocca, poi anche erbe aromatiche aprendosi in un sorso fresco e vivace di notevole sapidità.
Particolarissimi poi due vini dell’Azienda Agricola Pojer e Sandri di San Michele all’Adige (TN), di cui il macerato bio Perpetuo Zero Infinito davvero fuori da ogni schema: prodotto da uve in alta Val di Cembra (800/900mt s.l.m.) resistenti alle malattie fungine (i cosidetti PIWI) Solaris, Muscaris e Souvignier Gris, il Perpetuo viene prodotto da uve stramature senza l’aggiunta di prodotti esogeni e antiossidanti in cantina, assemblando più annate (la prima del 2009) e facendolo maturare in piccoli fusti di rovere precedentemente utilizzati per 10 anni per il brandy utilizzando la tecnica georgiana delle macerazioni per l’estrazione dalle bucce e soprattutto dai vinaccioli dell’antiossidante per eccellenza, il tannino. Il risultato è un vino dal colore ambrato, dalle note calde e tostate, in evidenza datteri, frutta secca, sentori tropicali come mango e banana, ma anche agrumi, che in bocca virano invece verso una sapidità dal gusto vivo e secco, con bella presenza del tannino.
Anche il Merlino, un rosso fortificato unico nel suo genere con residuo zuccherino di 100/120 gr/lt che si avvicina ai 20 gradi senza dimostrare né la prima, né la seconda caratteristica, ha saputo solleticare egregiamente le mie papille gustative pur essendo l’ultimo vino degustato della serata: con una serie di criomacerazioni, al mosto parzialmente fermentato di uve Lagrein raccolte molto mature, viene aggiunto del brandy invecchiato più di 10 anni e poi messo in fusti dove prima c’era il brandy stesso, infine imbottigliato dopo 8/10 mesi. Nel bicchiere abbiamo così un vino di un colore viola scuro, dalle note speziate di caffè e cacao che si armonizzano con i frutti rossi di ciliegia marasca, mora e ribes ed un sapore caldo, amabilmente dolce di buona struttura, il top in abbinamento alla cioccolata fondente.
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